Spreco alimentare: il tutto parte dai supermercati

Spreco alimentare: il tutto parte dai supermercati

Secondo gli esperti nei supermercati si spreca molto più cibo rispetto ai ristoranti. In effetti, tutti i giorni, vengono tolti dal commercio diversi prodotti alimentari che sono prossimi alla scadenza: dalla frutta alla verdura, dal pane allo yogurt fresco, visibilmente non più appetibili ma ugualmente buoni.

I dati

In seguito ad un progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è emerso che all’interno dei supermercati lo spreco ammonta pressappoco a 18,7 kg per anno, che a livello nazionale equivale a oltre 220.000 tonnellate di cibo gettato nelle nostre discariche. Malgrado si tratti di una quantità molto elevata, è necessario ricordare che questi numeri sono comunque inferiori rispetto alla quantità di alimenti che viene buttata ogni anno in casa di ciascuno di noi. Inoltre, a livello europeo, lo spreco prodotto nella distribuzione equivale a stento a 5 punti percentuali del totale del cibo gettato via.

Ciò nonostante, limitare lo spreco in questa fase della filiera è essenziale per 2 ragioni fondamentali. Prima di tutto, perché diversi alimenti che vengono ritirati dalla vendita sono ancora assolutamente buoni quando vengono tolti dalle mensole. Secondo perché le politiche commerciali messe in atto dai distributori hanno un enorme persuasione sul comportamento dei consumatori e delle aziende del settore alimentare. In poche parole, se i distributori agissero per ridurre gli sprechi sarebbero in grado di influenzare nello stesso senso anche gli attori a monte e a valle della filiera stessa.

Le cause dello spreco di cibo sono da ricercarsi…

Secondo la ricerca condotta dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare le principali cause dello spreco sono dovuti principalmente dalla mal gestione degli ordinativi, che comportano l’oggettiva difficoltà di prevedere quanti prodotti siano necessari per occupare totalmente gli scaffali del punto vendita; proprio per questo motivo gli ordinativi sono quasi sempre in surplus e prossimi alla scadenza. Ciò fa sì che il consumatore invece di preferire il prodotto in promozione prenda quello shelf-life.

Un’altra causa di spreco potrebbe essere l’assortimento molto ampio di prodotti simili che in termini economici hanno un suo peso. Oltre che una buona fetta di colpa è sicuramente del cliente che toccando in modo errato i prodotti freschi, rovinando le confezioni di quelli impacchettati e abbandonando prodotti da frigorifero tra gli scaffali, provocano uno spreco molto elevato. A volte proprio a causa del cliente stesso molti prodotti vengono quindi gettati in quanto esteticamente inguardabili e quindi non più commercializzabili. In questo caso, la sensibilizzazione appare forse la strada più giusta da intraprendere per accrescere l’attenzione di chi maneggia i prodotti in vendita e per ridurre gli sprechi di cibo.

Lucia Franco

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