Nascono le celle per la conservazione delle mele in grotte sotterranee

Nascono le celle per la conservazione delle mele in grotte sotterranee

In Val di Non le mele una volta raccolte vengono custodite nel cuore della terra, a 300 metri sotto rispetto alla superficie.

È un'opera unica al mondo e unica nella sua sostenibilità dove le mele prima di finire sulla tavola, stagionano tra le alghe fossili.

Le celle frigorifere

Qui le celle frigorifere sono state create a poco meno di un chilometro dall'imbocco della ex-miniera della Tassullo. Un progetto che mostra diversi vantaggi: liberare spazi in superficie e con consumi energetici praticamente dimezzati.

Nelle inedite celle ipogee, il primo anno, sono state portate circa 120 tonnellate di frutti di seconda scelta. Il risultato dell'esperimento è stato davvero sorprendente. Abbattendo, infatti, l'ossigeno nelle gallerie fino all'1% e portando la temperatura a 1 grado in poche ore, la maturazione è risultata bloccata. Dentro le montagne, infatti, una mela smette di respirare e rimane ovviamente intatta per oltre 1 anno dall'attimo in cui è stata raccolta dall’albero. Qui, oggi, si conserva la prima qualità.

I risparmi

Utilizzando questa soluzione innovativa si può notare fin da subito un risparmio senza precedenti: un risparmio energetico, economico e logistico, un taglio del consumo idrico, conservanti e territorio.

L’idea è molto semplice e senza controindicazioni: custodire le mele sotto terra, nelle celle ipogee, invece di realizzare nuovi spazi in superficie. Una soluzione “eco-friendly” dove l’ambiente che conserva le mele è un isolante naturale che permette di mantenere una temperatura costante e di ridurre i consumi energetici.

Lucia Franco

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