Corruzione, troppi under 40 non denuncerebbero i reati

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Gli italiani? Sono sensibili al problema della corruzione, ma quando si tratta di denunciare i reati, si tirano troppo spesso indietro.

È questo – purtroppo - il profilo dei cittadini italiani con meno di 40 anni, emerso da una ricerca voluta dall’associazione Riparte il futuro e svolta sul campo da l’istituto Demopolis. Una ricerca secondo la quale non supera il 51% la quota di under 40 che denuncerebbe alle forze dell’ordine un episodio di corruzione di cui si è stati testimoni o destinatari. Al contrario, tre cittadini su dieci lo farebbero “probabilmente”, il 9% non lo farebbe mai, il 10% non ha idee in proposito.

Insomma, traendo le somme più sintetiche, emerge come la metà degli intervistati sia prudente o contraria alla denuncia di episodi corruttivi conosciuti direttamente.

Ma perché?

A spiegarcelo è Federico Anghelé, responsabile delle relazioni istituzionali di Riparte il futuro, secondo cui “ha forse prevalso il timore di perdere il lavoro per il fatto di essersi esposti. Chi ha un’occupazione o fatica a trovarne una, mette da parte gli ideali e si adatta alla realtà”.

In ambito teorico, invece, va tutto molto bene. Il 75% degli intervistati valuta infatti la lotta alla corruzione come impegno fondamentale per il futuro del Paese, e almeno altrettanti vorrebbero un atteggiamento più duro da parte delle autorità.

Ancora, emerge dallo studio che il 91% degli under 40 ritenga la corruzione sia oggi ampiamente diffusa nel nostro Paese, e un 68% che evidenzia come sia necessario aumentare le pene nei confronti dei corrotti.

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