Sprechi alimentari, come comportarsi con la data di scadenza
La data di scadenza di un alimento si sta inesorabilmente avvicinando, e temete che la sorte del prodotto sia quella di finire nel cestino della spazzatura? Ebbene, probabilmente c'è qualcosa che potete fare per adottare un consumo più consapevole e cercare in tal modo di evitare i tanti sprechi alimentari che coinvolgono l'ambito domestico ogni giorno.
Per quanto ovvio, è pur sempre necessario rispettare la data di scadenza indicata nella confezione del prodotto, sebbene, in realtà , non debba essere presa alla lettera: molto, infatti, dipende da quanto si siano rispettate o meno le indicazioni della catena del freddo, dalla qualità della materia prima e della tecnologia di produzione e di confezionamento.
Ad ogni modo, e soffermandoci su uno degli alimenti più delicati, si può ricordare come il latte fresco di alta qualità per legge scada 7 giorni dopo il confezionamento, ma che viene conservato bene nel frigorifero domestico, può essere bevuto anche 1-2 giorni dopo senza particolare problemi. Il latte crudo deve invece essere sempre fatto bollire.
Per quanto concerne lo yogurt, quello scaduto da 5-7 giorni potrebbe ancora essere "buono", a patto che non vi siano rigonfiamenti e muffe (di norma la scadenza viene fissata a 30 giorni dal confezionamento). Grande attenzione per le uova, la cui scadenza è fissata entro 28 giorni dalla deposizione, anche se è fermamente consigliato mangiarle almeno 8-10 giorni prima.
La pasta fresca confezionata in vaschetta scade invece dopo 60 giorni, ma si può sforare di solito di qualche giorno, a patto che l'aspetto e l'odore non "tradisca". Attenzione anche ai salumi affettati in busta: è sempre meglio rispettare la scadenza. Per il prelibato salmone fresco affumicato affettato, ricordiamo infine che si tratta di uno dei prodotti più delicati: meglio non arrivare mai troppo prossimi alla scadenza...