Sprechi alimentari, la pandemia ha sensibilizzato gli italiani

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Lo spreco alimentare nel mondo viene calcolato nell’ordine dei 1.200 miliardi di dollari ogni anno. O, per dirla con un’altra proporzione, il 14% di tutto il cibo prodotto viene perso nel lungo processo che inizia con il raccolto, per finire con la vendita al dettaglio. Ancora, il 17% della produzione mondiale di cibo va sprecato. Numeri e percentuali drammatiche, condivise nella recente Giornata internazionale della consapevolezza sulle perdite e sugli sprechi alimentari in cui, però, non sono mancate le buone notizie.

Con l’avvento della drammatica pandemia, infatti, gli italiani (e non solo loro) si sono fatti costantemente più attenti nei confronti della tematica dello spreco di cibo, dando seguito al ricorso a diverse buone pratiche verso il food sharing, ad esempio.

Il contesto della condivisione del cibo sta crescendo a dismisura nel nostro Paese, con incrementi che sono stabilmente in doppia cifra e che possono essere sintetizzati da una parte con la necessità di ricorrere a un più congruo risparmio nel budget destinato all’alimentazione, e dall’altra parte con la necessità di soddisfare la propria sensibilità nei confronti degli sprechi di cibo che, come abbiamo rammentato in apertura di questo breve approfondimento, nonostante i notevoli passi in avanti, continua a caratterizzarsi per numeri ancora troppo elevati.

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