Passo indietro di Londra sulla tassa anti-spreco

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Londra frena sulla tassa anti – spreco. Il governo britannico ha infatti, a sorpresa, deciso che almeno per il momento non inasprirà le regolamentazioni e le sanzioni per coloro che non rispettano gli standard più elevati in termini di riduzione dell’impatto ambientale, e faticano ad attuare delle politiche salariali migliori. Insomma, almeno per ora non entrerà in vigore la tassa sugli sprechi, che era stata ipotizzata in 1 penny in più per ogni capo prodotto.

Di contro, nelle sue dichiarazioni più recenti, il governo si è detto al lavoro da tempo su iniziative di legge che possano favorire una migliore gestione della supply chain, così come sull’innalzamento del salario minimo dei lavoratori.

Tra le altre azioni all’attenzione dell’esecutivo, ci sono misure politiche per poter definire in maniera più rigida le responsabilità dei produttori nei confronti dei consumatori, e per una migliore etichettatura dei prodotti. Non aumenterà invece la pressione fiscale, confermano dal governo d’oltre Manica.

Particolarmente deluse sono le associazioni pro-ambiente, che sottolineano come con questo passo indietro i ministri del governo britannico abbiano sostanzialmente fallito nella necessità di riconoscere l’urgenza di cambiare i modelli di business dell’industria della moda, cui era principalmente legata questa tassa anti-spreco, il cui ecosistema produce abbigliamento a basso costo, con distruzione delle risorse ambientali.

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