Lotta contro lo spreco energetico: Il district cooling
Il rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) “The future of cooling” afferma chiaramente che è necessario un cambio di rotta nella gestione della domanda di raffreddamento. Secondo lo scenario di maggior efficienza proposto dallo stesso rapporto, sarebbe possibile arrivare al 2050 con una richiesta di elettricità per la climatizzazione inferiore del 45% di quella attuale.
District cooling, una soluzione più ecologica ed a minor consumo
Il tele-raffreddamento, o “District cooling” è un sistema centralizzato che si rifà al più noto e diffuso tele-riscaldamento. Sostanzialmente consiste in un sistema di tubature sotterranee che portano acqua gelata a diversi edifici da un impianto centrale. L’acqua circola nelle bobine di refrigerazione o entra nei sistemi di climatizzazione attraverso degli scambiatori di calore collocati nel basamento dell’edificio stesso. Favorisce l’utilizzo di risorse energetiche naturali rinnovabili e disponibili localmente. Combinato con il tele-riscaldamento e il sistema di ventilazione, rappresenta il più ottimale sistema di regolazione della temperatura per edifici come hotel, centri commerciali, uffici ed aziende, e se adottato dalle amministrazioni, anche per ospedali e scuole.
I vantaggi
I sistemi di tele-raffrescamento possono sostituire qualsiasi tipo di sistema di condizionamento d'aria, ma competono principalmente con sistemi di refrigerazione alternativi raffreddati ad aria che servono grandi edifici che consumano grandi quantità di energia elettrica. Il District coolig è vantaggioso economicamente in luoghi ad alta densità, perché richiede un investimento iniziale molto oneroso. A distanza di tempo però si godono notevoli benefici in termini di consumi e di qualità dell’ambiente: l’aria è più pulita, ne giova quindi anche la salute oltre al portafoglio. L’Europa è pioniera in questo settore: in città come Parigi e Stoccolma il sistema di tele-raffreddamento è affidato al comune. Ma esistono distretti tele-raffreddati in tutto il mondo, come a Lisbona e Barcellona. La maggiore struttura di tele-raffreddamento al mondo si trova in Qatar, con tre impianti già presenti ed un quarto in costruzione, che raffreddano una parte della città di Doha.
E l’Italia?
L’Italia ancora non possiede questo tipo di impianti per due motivi. In primis per una questione culturale: siamo abituati ad avere la nostra caldaia, il nostro impianto, la nostra bolletta. E poi c’è una questione strutturale: non tutti i luoghi sono adeguati, questi impianti funzionano quando le distanze fra gli edifici non sono lunghe. Inoltre, le persone devono essere incentivate a fare acquisti intelligenti. Per quanto riguarda la pianificazione architettonica, anche come vengono costruiti gli edifici è importante affinché richiedano meno aria condizionata: bisognerebbe imporre degli standard minimi non solo per gli apparati ma anche rispetto la scelta dei materiali e l’orientazione degli edifici.
Lucia Franco