Vaia: La cassa che recupera gli alberi abbattuti del Trentino

team vaia fondatori

Vaia: una startup che riutilizza legname di larici e abeti feriti, simbolo di distruzione, per dare invece un messaggio di rinascita.
Il nome vi suona familiare? Si, perchè Vaia è anche il nome della tempesta che si è abbattuta sul Trentino nell'ottobre 2018, distruggendo quasi 43 mila ettari di foresta. E' passato un anno dall'evento, ma il paese è ancora scosso, ed ha ancora una ferita profonda. Per esorcizzarla, Federico Stefani, Paolo Milan e Giuseppe Addamo hanno deciso di realizzare quello che definiscono “un nuovo modello di business”, che ribalti il paradigma solito: non più solo “consumo sostenibile” di risorse, ma “rigenerazione” di materie prime provenienti da luoghi colpiti da calamità.

Su cosa si fonda il business di Vaia? Una piccola cassa che amplifichi musica e podcast dagli smartphone. Basta appoggiarli nella fessura. Il Vaia Cube è infatti un amplificatore passivo interamente realizzato solo con il legno degli abeti e dei larici vittime della tempesta Vaia, certificato Pefc. Un oggetto di design, che ha una incredibile risonanza (d’altra parte, da questo legno, si ricavano strumenti musicali di pregio) considerato che non ha fili e non consuma energia. Una cassa, insomma, a impatto zero. Nata dall'unione del nuovo (è stato infatti progettato dai designer trentini Giorgio Leonardelli, Gabriele Motter e Alice Tonelli) e della tradizione (è stato poi realizzato a mano da esperti falegnami, originari delle zone colpite). E' stato il falegname che ha aiutato i designer a realizzare i modelli ad avere l'ispirazione. «Un giorno, camminando nel bosco – ricordano i giovani – questo signore si è fatto male alla caviglia. In quel momento si è soffermato sugli alberi rotti intorno a lui. Da lì l’idea di colpire con l’ascia il prototipo di Vaia seguendo proprio i segni della rottura del legno». E infatti ogni modello è un oggetto unico grazie al taglio che ferma sul legno l’instante della distruzione.

Il fine ultimo di Vaia non è solo business, ma anche solidarietà, con benefici per l’economia locale. Che non si fermano all’impiego della manodopera: una parte dei ricavi della vendita di ogni amplificatore (già acquistabile sul sito www.vaiawood.eu a 54 euro) è destinata infatti a ripiantare nuovi alberi proprio nei territori da cui proviene il legname utilizzato e a promuovere iniziative ecologiche su territorio: «Il nostro obiettivo nel 2019 è vendere 5.000 casse e ripiantare quindi 5.000 alberi», «Vaia è stata realizzata da artigiani e falegnami locali – spiega il fondatore – e vorremmo coinvolgere sempre più professionisti delle nostre terre. La nostra è come una metafora: una cassa attraverso la quale amplificare il grido di aiuto della natura e mantenere alta l’attenzione sul cambiamento climatico».

La vision di Vaia è però più vasta: «Oggi usiamo gli alberi caduti nel Nord Est dell’Italia, domani recupereremo materie prime provenienti da luoghi colpiti da calamità naturali, ridando loro dignità e realizzando prodotti di design. Non vogliamo condividere solo un’idea di business, ma un’idea di futuro». Condivisione che gli imprenditori sperano di diffondere, contando sulla sensibilità di istituzioni e aziende: la presentazione della startup, del progetto e del prodotto sono in programma il 28 ottobre al Castello di Pergine, a un anno esatto dall’inizio della tempesta.

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