L'acquacoltura per una pesca più sostenibile
L’acquacoltura non è altro che un allevamento di pesci, crostacei e molluschi, ma anche di piante acquatiche confinanti e sotto il controllo dell’uomo. Essa rappresenta oggi circa la metà dei pesci che mangiamo a livello mondiale.
Le varie pesca sostenibili
Kampachi Farms
La start-up Kampachi Farms, con sede alle Hawaii, alleva i suoi pesci a 70 metri di profondità e a circa 6 km dalla costa. Questa caratteristica è importante in quanto le forti correnti e le acque più profonde aiutano a diluire e a lavare via gli escrementi dei pesci.
Earth Ocean Farms
La start-up Earth Ocean Farms, alleva dentici e totoaba al largo delle coste del Messico. Questa condizione naturale fa sì che ci siano correnti sono molto forti e le acque pure, dove i pesci crescono nel loro habitat naturale, senza problemi di densità o inquinamento.
L’acquacoltura, la pesca sostenibile
Essa rappresenta oggi un settore economico molto importante della produzione alimentare. Tra i prodotti da acquacoltura più diffusi, troviamo il salmone, la tilapia, il pangasio, la carpa, il pesce latte, la trota iridea, l'orata, la spigola e le mazzancolle. Non è ammessa l'acquacoltura iperintensiva, sia per alcuni danni ambientali che questa può comportare, sia per il rispetto dei diritti degli animali.
Tuttavia, proprio per motivi ambientali e di sostenibilità, la FAO indica l'acquacoltura come un'opportunità per fornire risorse alimentari alla popolazione mondiale, soprattutto per una maggiore diversificazione della dieta, non solo a beneficio dei paesi più poveri, ma anche per sostenere i consumi dei paesi occidentali, in considerazione della costante riduzione degli stock ittici naturali.