Sprechi: la riduzione dei rifiuti parte dalla fonte
Per combattere la lotta agli sprechi e, quindi, anche il fenomeno dello smaltimento illegale di rifiuti di natura plastica, è necessario partire dalla fonte, ovvero alla spropositata produzione della spazzatura.
Secondo i dati forniti dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), è emerso che nell’anno 2018 sono stati immessi sul mercato quasi 2,3 milioni di tonnellate di confezioni plastiche. Di cui, solo il 43% (vale a dire circa 1 milione di tonnellate di plastica) è stato destinato al riciclo. Ciò perché più della metà dei rifiuti plastici presenti in Italia prendono la via dello smaltimento legale ed illecito.
La riduzione dei rifiuto parte dalla fonte
Il problema dell’eccessiva produzione di plastica deve essere risolto a partire dalla fonte. Ad esempio, in Germania ciò è stato possibile a partire già dagli anni ’90, ossia da quando è stato introdotto il cosiddetto “vuoto a rendere” su tutte le bottiglie di plastica, vetro o latta. In poche parole, le bottiglie (di acqua, vino, birra) svuotate devono essere riconsegnate dai clienti ad un qualsiasi esercizio commerciale. Quest’ultimo è obbligato ad prendere il vuoto e contemporaneamente a restituire all’utente una cauzione in precedenza versata al momento dell’acquisto. È a carico poi dell’esercente l’onere dello stoccaggio e della restituzione ai propri fornitori dei vuoti che piuttosto di essere inviati al riciclo vengono inviati a impianti di lavaggio per il loro riutilizzo. Ciò implica una enorme riduzione dei consumi e della quantità di rifiuti prodotti e di conseguenza meno inquinamento.
Germania, un esempio da seguire
In Germania grazie al “vuoto a rendere” sono state recuperate circa il 97% delle bottiglie. Il riuso ha permesso quindi un risparmio energetico molto elevato rispetto al normale sistema di riciclo, visto che nel primo caso i materiali di post consumo vengono riutilizzati per le stesse finalità senza subire ulteriori processi di lavorazione, come avviene invece nel secondo caso.
Diminuire i rifiuti all’origine significa anche combattere ed eliminare a poco a poco anche il mercato illecito di smaltimento e dei traffici illegali. Per far sì che ciò possa realizzarsi è forse necessario modificare il sistema partendo dal CAC (che fa parte dello stesso consorzio del CONAI). L’intero onere di spesa dovrebbe pertanto essere a carico dei produttori e, al tempo stesso, all’interno del nuovo CAC dovrebbe essere contemplata anche una quota assicurativa che garantisca la copertura dei maggiori costi conseguenti alla mancata vendita dei materiali derivanti da RD e post selezione. Solo in questo modo sarà possibile eliminare il mercato illegale e quindi lo smaltimento illecito.
L. F.