Sprechi appalti pubblici, migliorare l'uso delle tecnologie aiuta

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Stando a quanto afferma ASMECOMM, la Centrale di Committenza Telematica promossa da ASMEL, l’associazione italiana per la sussidiarietà e la modernizzazione degli Enti Locali che unisce oltre 2300 Enti Locali di tutto il Paese, sono 900 gli enti locali aderenti, 1,4 miliardi gli euro di gare bandite e 200 milioni gli euro di risparmio per le casse pubbliche conseguenti alla “rivoluzione digitale” nel sistema degli appalti pubblici realizzata nei suoi primi cinque anni di lavoro dalla stessa centrale.

In particolare, secondo quanto affermano i dati emersi dagli studi sui contratti pubblici del Politecnico di Milano, è di circa il 15% (o più) del totale transato il risparmio che è possibile conseguire attraverso un congruo sfruttamento del processo di informatizzazione delle gare d’appalto. Un’azione – quella di ASMEL – che non solamente sta dando ottimi risultati, ma che è altresì in continua crescita: sia sufficiente pensare che solamente nel mese di dicembre il volume economico di ASMECOMM ha raggiunto e superato quota 52 milioni di euro, sorpassando in un solo mese la quota annua indicata dal Governo come livello minimo per le Centrali di committenza qualificate.

In aggiunta a ciò, come affermava pochi giorni fa Francesco Pinto, che di ASMEL è segretario generale, “perché l’utilizzo massiccio delle piattaforme telematiche ha assicurato non solo risparmi, efficienza e semplificazione ma anche garantito tracciabilità e trasparenza di ogni operazione, molto meglio di mille norme anti corruttive”.

Il risultato è poi accompagnato da un’altra statistica che non passerà in secondo piano: il tasso di soccombenza avanti al TAR degli Enti Locali aderenti, che non supera lo 0,7% annuo, a fronte di un tasso medio del 5%.

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