Sospeso il vicequestore che aveva denunciato sprechi in Polizia

bertolami

Il vicequestore Filippo Bertolami è stato sospeso dal servizio per non aver stampato un documento. Una storia che è salita alla ribalta della cronaca nazionale, visto e considerato che Bertolami, sindacalista di polizia, è stato altresì colui che ha contribuito a portare alla luce numerose vicende controverse avvenute nel corpo di polizia nazionale negli anni passati, come ad esempio le promozioni avvenute in favore di funzionari protagonisti di casi piuttosto discussi, come quelli del G8 di Genova.

“Mi hanno ritirato pistola, manette e tesserino a seguito del ‘verdetto’ a firma del Capo della Polizia, Franco Gabrielli, con cui sono stato sanzionato disciplinarmente a undici mesi di sospensione” – ha dichiarato lo stesso Bertolami al quotidiano Il Fatto Quoitidiano. Insomma, quasi un anno fuori dalla Polizia per due diverse vicende che gli sono costate rispettivamente cinque e sei mesi di sospensione.

Di queste due, la prima è sicuramente “curiosa”: punito con un provvedimento piuttosto pesante per non aver inviato ad un altro ufficio un documento in formato stampabile. Stando all’accusa, “pur avendo ricevuto dal direttore facente funzioni dell’ufficio di appartenenza l’ordine di provvedere all’inoltro, ad altro ufficio, di un documento in formato stampabile, non vi ottemperava, rappresentando l’insussistenza delle condizioni per aderire a quanto richiesto”.

Pronta la replica di Bertolami, che sul quotidiano ricorda che “non potevo mandare quel file stampabile, avevo appena presentato un esposto per danno erariale contro la stampa dannosa di documenti. Avevo l’obbligo di non farlo”.

La seconda accusa riguarda il suo rifiuto a presentarsi davanti a un superiore. “Formalmente convocato dal direttore dell’ufficio di appartenenza per ragioni inerenti al servizio, non si presentava, chiedendo di conoscere per iscritto i motivi della convocazione” - spiega la sentenza. Anche qui, Bertolami spiega la sua versione: “Ero stato convocato per una sanzione: le norme prevedono notifiche in formato digitale, ma il dirigente pretendeva che mi recassi personalmente nel suo ufficio. Dato il contesto pressante, che avevo già segnalato ai vertici con richieste di intervento a tutela, non nascondo che questa immotivata insistenza mi ha fatto sorgere il timore per la mia incolumità”.

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