Liste d'attesa, una piaga italiana

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A chiunque sia (purtroppo) capitata la sventura di dover prenotare un esame diagnostico o una visita specialistica in una struttura di riferimento, sarà  probabilmente capitato sentirsi dire che occorre attendere mesi (o anni!) per poter soddisfare la propria esigenza. Salvo poi scoprire che, magari, a pagamento la disponibilità  è immediata. Ma a quanto ammontano le principali liste d’attesa?

Cominciamo dagli esami diagnostici. Qui, secondo i dati del XVII Rapporto PiT Salute, rielaborati da Cittadinanzattiva, si va dai 5 mesi per una gastroscopia ai 13 mesi per una risonanza magnetica, passando per i 7 mesi dell’ecocardiogramma e della radiografia, gli 8 mesi della colonscopia, i 9 mesi dell’ecografia, i 10 mesi dell’ecodoppler, i 12 mesi di Tac e mammografie.

Non va certo meglio per le visite specialistiche. Qui le liste d’attesa sono di 5 mesi per neurologia e gastroenterologia, 6 mesi per quelle ortopediche e oncologiche, 7 mesi per quelle odontoiatriche, 8 mesi per quelle cardiologiche, 9 mesi per quelle oculistiche, 13 mesi per quelle psichiatrice.

Ad aumentare, però, non sono solamente le liste dattesa, quanto anche le spese sanitarie annue sostenute di tasca propria dai pazienti, spesso per poter aggirare le lunghe code: 34,5 miliardi nel 2015, oltre 500 euro a persona. In due anni l’incremento è stato del 3,2%, il doppio rispetto all’aumento della spesa per i consumi delle famiglie nello stesso periodo, pari a 1,7%.

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