Come sarà la nostra futura scarpa?

Come sarà la nostra futura scarpa?

Riciclo – Impressionante l’enorme spreco che le scarpe possono comportare oggi. Si indossano pochi mesi per poi finire direttamente nella spazzatura perché non più alla moda o aggressive come quando le si sono acquistate. Ma non è tutto.
Quando si producono un paio di scarpe c’è un uso inappropriato di materiali. Per rimediare a tutto ciò si è, quindi, pensato al mondo del riciclo e più in particolare ai rifiuti delle mele come materia prima per la loro realizzazione. Ma vediamo come.

Scarpe realizzate dai rifiuti delle mele

Direttamente dagli scarti della lavorazione industriale delle mele nascono la “cartamela” per fazzoletti, rotoli da cucina, carta igienica, quaderni e scatole per il packaging e la “pellemela” per scarpe e rivestimenti di divani. Quegli scarti che fino a poco tempo fa venivano semplicemente smaltiti o, al limite, impiegati per alimentare gli impianti a biogas, cosa che ha luogo ancora adesso, oggi subiscono un processo che li rimpiega totalmente.

L’idea

L’idea nasce da Hannes Parth, che nel 2009 ha fondato a Bolzano la “Frumat Srl”, un laboratorio di analisi chimiche. Qui ha iniziato a testare i primi scarti della lavorazione industriale delle mele, per comprendere se e in che misura fosse possibile riciclare questi elementi nella realizzazione di prodotti ecocompatibili.
Il primo prodotto realizzato da Parth è stata, quindi, la “cartamela” e successivamente la “pellemela”. La prima ottenuta con pura cellulosa arricchita con gli scarti delle mele. La seconda realizzata sempre dagli scarti di lavorazione industriale delle mele, ma destinato alla legatoria, alle scarpe e ai rivestimenti di divani.
Al momento l’attività di Frumat Srl si concentra sia nella produzione sia nella ricerca e nello sviluppo di prototipi. In soli 5 anni il quantitativo di scarti delle mele, impiegato per ottenere prodotti ecosostenibili, è passato da 0 a 30 tonnellate al mese. Un ottimo risultato che permette non solo di rispettare l’ambiente ma anche di evitare gli sprechi.
Allora come saranno le vostre scarpa del futuro? Avranno qualcosa di “fruttato”?

L. F.

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