Crisi acqua a Roma, il problema sono gli sprechi

tozzi

Che la crisi acqua a Roma sia un'emergenza, non vi sono dubbi. Su quali siano le cause di tale situazione vi sono tuttavia diverse posizioni e diverse opinioni, tendenzialmente convergenti su quanto il geologo Mario Tozzi ha recentemente riepilogato durante un'intervista condotta a RDS: il discorso, al di là dell'emergenza, è legato agli sprechi.

Tozzi ricorda infatti che quanto stiamo vivendo è certamente un'emergenza (anche politica). "Mi interessa sapere da cosa dipende, e a Roma dipende da un uso sconsiderato dell’acqua. Non sono tanto le fontanella, di cui pure si è parlato molto; quello succede in tante città del mondo e serve anche per far andare meglio il sistema fognario. La disponibilità di acqua a Roma è alta, sono circa 350 litri al giorno per abitante, potrebbe addirittura addirittura essere un po’ più alta. Però l’uso che se ne in città non è sempre conveniente. E questo vale per tutta l’Italia: lo spreco che si fa, soprattutto in agricoltura" - dichiara Tozzi, per poi concentrarsi su alcuni elementi sui quali sarebbe opportuno intervenire il prima possibile.

C'è sicuramente il problema delle tubature, segnala Tozzi, ma pensare di risolverlo tempestivamente sarebbe probabilmente un'utopia. "E’ vero che la rete romana perde, quasi quaranta litri su cento. Però una parte di questi litri vengono perduti in campagna, dunque quell’acqua ritorna nelle falde sotterranee e non la dobbiamo considerare. Dobbiamo considerare quello che è il sistema di tubature qui in città, ma ci vogliono investimenti. Complessivamente si calcola che per rimettere in sesto il sistema di conduzione idrica in Italia ci vorrebbero 60 miliardi di euro, che nessuno ha".

Quindi, conclude Tozzi, l'opera realmente necessaria sarebbe intanto utilizzare l'acqua in modo più attento, prevenendo ed educando.

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