Bonus Idrico: il 2021 si apre contro gli sprechi d'acqua
L’anno appena lasciato alle spalle, il 2020, è stato un’anno all’insegna dei bonus. Bonus che sono stati in sede successiva riconfermati con la legge di Bilancio del 2021, introducendo un incentivo per ridurre gli sprechi d’acqua domestici.
Il Bonus Idrico, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre 2020 ed è entrato in vigore il 1° gennaio 2021, prevede un incentivo fiscale pari a 1,000 euro per arginare lo spreco di acqua domestica sostituendo dispositivi obsoleti limitandone il flusso di acqua:
- vasi sanitari
- rubinetti
- soffioni doccia
- colonna doccia.
I vasi sanitari vengono sostituiti da elementi che hanno una portata uguale o inferiore ai sei litri al minuto, i soffioni e colonnine della doccia avranno i nuovi elementi che consentono una portata di acqua non superiore ai 9 litri al minuto.
Quindi è importante specificare, che nel bonus idrico rientrano quei dispositivi atti a regolare il flusso d’acqua corrente.
Stando a quanto specificato dal comma 61 e dal comma 65, le risorse economiche messe a disposizione sono di circa 20 milioni di euro, stanziabili fino al loro esaurimento. Alla luce da quanto descritto dai due comma, il bonus idrico non costituisce un reddito imponibile, quindi non influisce ai fini del calcolo dell’isee
Perché la scelta di agire con un bonus contro gli sprechi?
L’acqua è uno tra i beni più preziosi che abbiamo a disposizione, tanto da essere definita oro blu. Fin dall’inizio è stata un elemento fondamentale e necessario per far evolvere la vita, senza di essa nulla sarebbe stato possibile. L’esistenza dell’acqua è dunque fondamentale per la nostra esistenza e sopravvivenza, ma vede un rischio molto grande che a causa degli spechi incoscienti e incontrollati, diventerà un bene sempre più scarso e dunque ancora più importante.
Non solo gli sprechi, ma anche i cambiamenti climatici, l’inquinamento, la sovrappopolazione del pianeta, aumentano il rischio della sua scarsità. Non avere acqua pulita è un sintomo gravissimo che va in ogni modo arginato e risolto.
Parlando con i dati, risulta che lo spreco d’acqua nel nostro Paese è davvero molto elevato, pensando che solo nel 2015, soprattutto nel Sud-Italia, si è sprecato il 41,4% di acqua in più rispetto al 2012 che già segnava una percentuale altina (37,4%).
Il problema non è da sottovalutare. Gli sprechi di acqua non sono solamente dovuti alla disattenzione e di empatia, ma contribuiscono ad aumentare la percentuale tutte quelle strutture vecchie e obsolete non più idonee e al passo con i tempi, che ancora oggi troviamo nelle abitazioni: rotture nelle condotte, impianti datati, consumi eccessivi o non autorizzati. Pensare che il 30% dello spreco d’acqua nei consumi medi giornalieri -secondo una ricerca condotta da Confindustria Ceramica al Cresme- è dovuta da vecchi vasi sanitari.
250 litri di acqua a livello giornaliero, vengono sprecati così, a causa di strutture non efficienti e non manutenute. Considerando che il patrimonio immobiliare italiano, per la maggior parte, risale agli anni passati, risulta che più della metà dei sanitari sono li da prima degli anni novanta. Nel momento in cui questi elementi non efficienti venissero cambiati con altri moderni e prestanti, avremmo un netto risparmio pari a 414 milioni di metri cubi di acqua all’anno. Incidendo anche sul consumo di energia elettrica che a sua volta ridurrebbe le emissioni di CO2.
Quindi la mossa del bonus idrico approvata dal Senato il 30 dicembre 2020, si figura come strettamente necessaria, sostenuta dalle parole della presidente della commissione Ambiente alla camera dei deputati:
«È una buona notizia perché permetterà di aiutare gli interventi per ridurre gli sprechi e così salvaguardare il nostro patrimonio idrico. […] Si tratta di una misura fortemente voluta proprio perché serve a far sì che le famiglie italiane possano consumare meno acqua».