Agricoltura bio come nuova arma anti-spreco

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L'agricoltura biologica potrebbe divenire un’arma efficace per poter realizzare un nuovo sistema alimentare globale sostenibile: in particolare, potrebbe contribuire a sfamare tutti sulla Terra, essere più salutare e in grado di ridurre le emissioni di gas serra.

L’obiettivo – ambizioso – rischia però di essere difficilmente conseguibile nel breve termine, visto e considerato che, da quanto emerge da uno studio guidato dall'Istituto di ricerca svizzero sull'agricoltura bio (FiBL) e pubblicato sulla rivista Nature, sarà conseguibile solo se l'agricoltura biologica verrà combinata con altre misure, come la riduzione del consumo di carne e degli sprechi alimentari.

Partendo da ciò, gli scienziati hanno avuto modo di simulare una serie di possibili scenari relativi al 2050, orizzonte entro il quale la Fao stima per l'agricoltura un necessario aumento del 50% della produzione per sfamare oltre 9 miliardi di persone.

Ebbene, lo studio afferma che se il mondo si convertisse all'agricoltura bio, ma le persone continuassero a mangiare hamburger e a buttare le patate fritte avanzate nella spazzatura, gli agricoltori avrebbero bisogno del 33% in più di suolo per soddisfare la domanda alimentare globale: uno scenario impossibile da sostenere, che però apre le porte a considerazioni più positive.

Di fatti, se invece le persone riuscissero a dimezzare il cibo sprecato e convertissero tutti i terreni usati per gli allevamenti in colture per sfamare persone, ci sarebbe bisogno del 18% in meno di suolo per riuscire a produrre cibo per tutti.

Scenari molto diversi, in buona evidenza, che non tengono però conto di un altro elemento: il cambiamento climatico. Nel caso in cui inondazioni, tempeste o altri eventi estremi distruggessero le colture, l’uomo non avrebbe altra scelta che ridurre il consumo di carne e gli sprechi.

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