Sprechi: il caso del Mose di Venezia
Parliamo oggi di un caso di spreco di denaro pubblico che sta facendo molto discutere: il caso del Mose di Venezia.
Mose acronimo di Modulo sperimentale elettromeccanico, è l'opera concepita per salvare Venezia dall'alta marea, mai entrata in funzione.
Uno spreco di denaro che nel 2014 ha portato ad una inchiesta con 35 indagati e ha fatto finire la società costruttrice in amministrazione controllata.
Un sistema di dighe mobili, formato da 78 paratie in metallo, inserite sul fondale delle tre bocche di porto lagunari (Lido, Malamocco e Chioggia), che è stato progettato per alzarsi in caso di necessità e bloccare l'acqua che, spinta dallo scirocco, arriva dal Mar Adriatico e allaga la città.L'opera, grande quanto le polemiche che la accompagnano, è oggi al centro di polemiche date le molte pioggie di questi giorni. Polemiche incentrate su sprechi di denaro pubblico, inchieste e criticità.
La costruzione del Mose, ad opera del Consorzio Venezia Nuova, concessionario del Ministero delle Infrastrutture, è cominciata nel 2003. Da allora la chiusura dei lavori è slittata di anno in anno, ora si parla di 2021/2022. Così come sono aumentati i costi: doveva costare meno di due miliardi di euro, siamo arrivati a 5,5 miliardi.
A questo si sono aggiunte le voci critiche sulla funzionalità dell'opera, dal comitato No Mose ad alcune perizie, commissionate dal Ministero delle Infrastrutture: il sale sta corrodendo il metallo delle cerniere, perennemente immerse in mare e i sedimenti bloccano le paratie. Tutti problemi che fanno lievitare i costi di manutenzione.
Proprio ora che ce ne sarebbe bisogno il Mose non funziona. Perchè? Perchè è incompleto. E' infatti pronto solo al 90% circa.