Sprechi Alitalia, 2,2 milioni di euro per rifare le divise
Sono tanti i capi di abbigliamento brandizzati Alitalia depositati nel magazzino di Egv1, l’azienda di Gallarate cui era stata demandata la produzione delle divise, per un valore di oltre 1 milione di euro. Almeno altrettanti – ricorda un approfondimento dell’inchiesta – dovrebbero invece essere presenti nell’hub capitolino della compagnia, per un totale di 2,2 milioni di euro che, sostiene Valerio Fumagalli, amministratore delegato della Egv1, probabilmente finiranno nel cestino.
Di qui a parlare di sprechi veri o presunti, il passo è purtroppo piuttosto breve. La società, in pieno commissariamento, con un prestito statale da 900 milioni di euro erogato a novembre 2017, a 18 mesi dal precedente restyling ha infatti scelto di cambiare le divise, adottando un nuovo look firmato da Alberta Ferretti a un costo di 6-7 milioni di euro. il tutto, stralciando il contratto con il precedente fornitore Egv1, che ora ha circa 1 milione di investimenti in fumo e 15 dipendenti che rischiano di rimanere a casa.
La scelta – supportata “anche per venire incontro alle numerose richieste provenienti dal personale operativo, con il proposito di migliorare il benessere e la qualità del lavoro di chi le indossa tutti i giorni” (così si legge nel comunicato di Alitalia dello scorso novembre) – è stata ovviamente digerita con malumore dalla Egv1, con Fumagalli che ricorda che in fondo “bastava anche solo sistemare qualcosa, allegerire i tessuti. E invece un’azienda fallimentare sceglie di spendere altri 6,5 milioni per una nuova divisa dopo che erano passati solo 18 mesi dall’introduzione dell’ultima”.
Incerta la sorte delle divise. Egv1, per voce del suo amministratore, ricorda che “così come è scritto nel contratto, loro dovrebbero acquistare tutto quello che resta. Parliamo di 1 milione di euro di merce. Qui giù io ho vent’anni d’azienda, ci pago le tasse su quella roba lì. Non sono giacche qualsiasi che vendi a chi vuoi: cosa ci posso fare? Ho chiesto più volte delucidazioni all’azienda, senza ricevere risposta. Tutti fanno i ragionamenti sui dipendenti di Alitalia, ma quante aziende dell’indotto hanno chiuso in questi anni a causa degli ultimi due fallimenti della compagnia?”.
Come andrà a finire?