Spesa pubblica troppo sprecona, ecco la ricetta di Confcommercio
L’Ufficio studi di Confcommercio ritiene che la spesa pubblica italiana sia eccessivamente penalizzata dagli sprechi. Si tratta di una scoperta non certo eclatante, ma… a sorprendere è la quota di spese che sarebbero legate a inefficienze e sprechi: oltre 4 euro su 10.
In altri termini, Confcommercio ritiene che se nel 2013 la spesa pubblica locale ammontava già a 176,9 miliardi di euro, ben 74,3 miliardi di euro, ovvero il 42 per cento del totale, sarebbero riconducibili a sprechi e inefficienze. In particolare, sostiene Confcommercio, la spesa pubblica pro capite in Italia sarebbe pari a 2.937 euro, con un picco di 7.159 euro per la Valle d’Aosta e di 6.470 euro per il Trentino Alto Adige. Più ampiamente, nel Nord Est si spendono in media 3.165 euro per abitante, mentre al Centro la cifra scende a 2.975 euro, e al Sud è pari a 2.915 euro. La regione più virtuosa? La Lombardia, che per costi, quantità e qualità dei servizi pubblici locali non sembra aver termini di paragone.
E proprio prendendo come riferimento la Lombardia Confcommercio valuta qualche ipotesi. A parità di costi, di qualità e di quantità dei servizi di quest’ultima, infatti, sarebbe possibile risparmiare circa 350 euro per abitante come media nazionale, con punta di 1.267 euro nelle regioni a statuto speciale e 582 euro in quelle piccole a statuto ordinario.
Non solo: sempre secondo l’ufficio studi, reinvestendo 53 miliardi di euro (sui 74,3 miliardi di euro recuperati dal risparmio di sprechi e inefficienze) sarebbe possibile migliorare i servizi delle varie regioni italiane portandoli al livello della Lombardia. Insomma, in tutto si otterrebbero 21,1 miliardi di euro liberamente disponibili dagli sprechi e dalle inefficienze…