Anche la Fondazione Barilla è da tempo scesa in campo per poter contrastare le cattive abitudini che alimentano i numeri sprechi alimentari nel nostro Paese. E, per farlo, il Barilla Center for Food & Nutrition ha messo a punto un nuovo indice di sostenibilità alimentare, dedicato al consumo e agli sprechi nelle grandi aree urbane del Pianeta.
Ancora in fase pilota, il City Monitor comprende già 16 città, tra cui l’italiana Milano. Ma come funziona?
Secondo quanto affermato qualche giorno fa sulla stampa nazionale da Katarzyna Dembska, ricercatrice del BCFN, gli indicatori che sono assunti in considerazione nel monitor non sono solamente quantitativi, bensì anche qualitativi. “Oltre ai dati statistici sull’obesità, sulla diffusione della povertà, sulla disponibilità di cibi freschi o processati, sono valutate anche le politiche delle varie amministrazioni in tema di alimentazione, salute pubblica, infrastrutture come le piste ciclabili o le aree verdi. Tutti fattori sovrapponibili e che vanno a incidere sulla dieta e sul tasso di obesità” – afferma ancora la ricercatrice.
Si scopre così che, per quanto concerne ad esempio l’obesità, e contrariamente a quanto fosse ipotizzabile fino a non troppo tempo fa, è Mumbai una delle città con più bambini in sovrappeso. “In India, come in molti altri paesi in via di sviluppo, arriva la dieta occidentale, che significa più carne, più zuccheri, più sale e più bevande gassate (spesso più facili da reperire dell’acqua potabile). Si assiste così al paradosso di paesi che ancora lottano con il problema dell’accessibilità al cibo, ma al contempo si trovano a fare i conti con la rapida diffusione del diabete” – conclude la ricercatrice.