Contrastare gli sprechi alimentari conviene… e non solo all’ambiente, quanto anche alle nostre tasche. Secondo quanto si deduce da un recente report delle Nazioni Unite, il problema del food waste, in grado di gravare pesantemente sulla società, sulla natura e sull’economia, ha un costo che si aggira intorno ai 2.500 miliardi di dollari annui, che potrebbero essere invece sfruttati in un business che non avrebbe termini di paragone in ambito globale.
Proprio per questo motivo il ruolo cruciale di questo tema nella crescente crisi climatica sta generando un vero e proprio nuovo mercato per le imprese, che possono contribuire a risolvere una parte del problema. Ma come si è arrivati a tale deduzione statistica?
È abbastanza semplice. Secondo le Nazioni Unite, gli sprechi alimentari rappresentano uno dei maggiori fattori in grado di contribuire al cambiamento climatico globale. Gli sprechi genererebbero infatti 4,4 gigatonnellate di biossido di carbonio ogni anno, per un costo alla società, all’ambiente e all’economia pari a 2.500 miliardi di dollari l’anno.
L’implicazione che ne deriva sull’ambiente è piuttosto evidente, tanto da spingere player privati e pubblici a dover intervenire pesantemente per correggere una rotta che è andata troppo rapidamente a deteriorarsi. Ma basterà questa sensibilizzazione – l’ennesima – per poter dare la giusta spinta ai mercati globali?