Di sprechi alimentari abbiamo parlato più volte nel recente passato, sottolineando quanto molto occorra fare per cercare di correre ai ripari in un settore in cui i timori non mancano di certo. Ebbene, a conferma di quanto sopra arriva ora una nuova puntualizzazione condotta da Andrea Segrè, presidente della Fondazione Last Minute Market, e Simone Arminio, giornalista economico esperto dei temi legati all'ambiente e all'agroalimentare.
Secondo i due studiosi in Italia mensilmente finisce nel cestino 1 kg di cibo a famiglia, e 40 euro spesi per poterli acquistare. In un anno, a livello nazionale, lo spreco è dunque pari a 8,7 miliardi di euro. Se tuttavia credete che a livello internazionale le cose siano migliori, vi sbagliate: complessivamente ogni anno si buttano 1 miliardo e 300 milioni di tonnellate di cibo perfettamente consumabile, con lo spreco alimentare che diviene dunque il "terzo produttore" di co2 dopo la Cina e l'India.
Per quanto poi attiene le ulteriori caratteristiche dello spreco alimentare, si noti come il fenomeno non colpisca tutti gli alimenti allo stesso modo. Ad esempio, le percentuali di spreco si aggirano intorno al 30 per cento per le uova, la carne e i latticini, e il 28 per cento per il pane, ma scende al 20 per cento (comunque, tantissimo) per l'ortofrutta.
Come rimediare? I due studiosi non hanno dubbi, e presentano un piccolo decalogo contro lo spreco alimentare:
1) Non sprecare
2) Recupera
3) Azzera lo spreco dove possibile
4) Previenilo
5) “Mantieni” e rifiuta il rifiuto
6) Ricicla, riutilizza e recupera
7)”Fai circolare”
8)”Sostieni”
9)”Rinnova”
10)Valorizza il cibo, perché alla base dello spreco c'è il disvalore per quel che ci nutre.