In Italia ogni anno si spreca cibo per oltre 5,4 miliardi di euro. Una dispersione davvero incredibile, per ridurre la quale - forse - uno dei metodi più efficaci sarebbe quello di creare dei giovani ambasciatori da prelevare nelle scuole tricolori.
A sostenerlo e a spingere verso una simile ipotesi è Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, che in una intervista all'agenzia Dire ricorda che come agenzia viene fatto "un grande lavoro nelle scuole, licei, istituti agrari e istituti alberghieri di informazione in modo da trovare tanti piccoli ambasciatori che diventino sensibilizzatori dentro le famiglie e dentro la casa".
"Spesso noi ci accorgiamo che nelle nostre dispense il cibo sta scadendo, ma dobbiamo capire che questa è una cosa che nel mondo di oggi non è più sostenibile. Ci sono 7 milioni di persone povere nel nostro Paese, con uno spreco di oltre 5 miliardi di euro" - ricorda ancora Rosati all'agenzia, per poi ricordare che per poter contrastare gli sprechi alimentari serve anche un nuovo modo di produrre, di sviluppare e di consumare.
Gli esempi sono numerosi. Si pensi alla richiesta, rivolta ai ristoranti, di mettere come prassi il cibo in una bag, permettendo così al cliente di portarlo a casa, donarlo a qualche meno abbiente o darlo ai cani.
"Questo sembra una sciocchezza, noi ci vergogniamo un po’, ma in fondo i nostri nonni, e nel sud del nostro Paese è ancora un’abitudine abbastanza consueta, che gli avanzi dei matrimoni e dei battesimi non vengano buttati via ma donati alle famiglie. Questa è una pratica corretta intelligente" - chiosa Rosati.