Al fine di poter recuperare e distribuire le eccedenze alimentari, qualche giorno fa a Bergamo la SIMeVeP (la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva) e la Fondazione Banco Alimentare Onlus, hanno siglato un protocollo di intesa con il quale si cerca di arrivare in modo più efficace agli ambiziosi obiettivi di mettere un freno agli sprechi.
“La firma del protocollo è una tappa fondamentale – ha affermato all’Ansa Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare durante l'evento moderato dalla giornalista Raffaella Cesaroni - per raggiungere l'obiettivo di recuperare un milione di tonnellate di cibo perfettamente commestibile e di qualità per donarlo ai più poveri in Italia. La competenza dei veterinari di medicina preventiva e la loro capillare presenza sul territorio favorirà una corretta informazione e uniforme applicazione della legge su tutto il territorio nazionale”.
D’altronde, che vi sia molto lavoro da fare in tal senso è facilmente intuibile: gli ultimi dati mondiali sullo spreco alimentare indicano infatti come il cibo gettato nella spazzatura equivalga a circa un terzo del totale prodotto, ovvero a 2.600 miliardi di dollari che ogni anno vengono buttati via. Uno spreco che non solamente è eticamente molto discutibile, bensì che può generare fino all'8 per cento delle emissioni totali di gas serra, per un ammontare che è comparabile a quello che viene prodotto dai trasporti su strada.
Stando alle conclusioni della SIMeVeP “è 'possibile trasformare gli sprechi in una risorsa grazie al paradosso dell'economia circolare - spiega il presidente, Antonio Sorice - secondo cui anche i rifiuti hanno un valore, come insegna la natura che non produce scarti e che rappresenta quindi l'unica strada sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale”.