Un etto a testa, al giorno. È il cibo che in media finisce nella spazzatura nelle case degli italiani, secondo gli ultimi dati raccolti dal progetto Reduce, coordinato da Luca Falasconi dell'Università di Bologna. In generale, ogni anno la famiglia media butta 84,9 chilogrammi. Uno spreco che ci costa 8,5 miliardi di euro, circa lo 0,6% del PIL.
I dati rilasciati sugli sprechi appaiono scoraggianti, qualora si consideri l’altra faccia della medaglia: sul globo terrestre, infatti, una persona su nove è denutrita. In vista dell’aumento di 2,3 miliardi di persone in più che si prevede entro il 2050 e che secondo la FAO porterà alla necessità di incrementare del 70% la produzione alimentare attuale si dovrà produrre di più e sprecare di meno. L’Italia, grazie alla recente legge contro lo spreco alimentare, approvata nel 2016, appare tra le realtà che sta facendo i passi avanti più importanti. I numeri sono sempre alti, ma risultano il 40% in meno rispetto all’ultimo rapporto Waste Watcher 2016. Inoltre, su 25 paesi presi in esame, l’Italia occupa il 9° posto in termini di “cibo perso e sprecato”, portando a casa il massimo punteggio su alcuni indicatori, grazie anche alla legge che punta ad incentivare le aziende e i produttori che donano cibo ai più bisognosi.
La FAO stima che lo spreco di cibo che avviene durante l’intera catena di approvvigionamento si aggira attorno ai 940 miliardi di dollari l’anno.
Il cibo sprecato ogni anno nel mondo è responsabile dell’immissione in atmosfera di circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, l’8% delle emissioni globali. Se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe il terzo paese emittore mondiale di gas serra dopo USA e Cina.
Si spreca più nelle scuole e nei supermercati
Secondo lo studio, coordinato dal ricercatore Matteo Boschini dell’università di Bologna, e che ha coinvolto 73 plessi di scuola primaria, 35 dei quali in Emilia Romagna, 25 in Lazio e 18 in Friuli Venezia Giulia, si è evidenziato come il 29,5% del pasto viene gettato. Sono soprattutto frutta e verdura gli alimenti più sprecati, che dal punto di vista della nutrizione dovrebbero essere parte fondamentale del pasto. Quanto ai supermercati, sprecano di più i supermarket più piccoli, che i grandi ipermercati (18,8 kg/anno dei primi contro i 9,5 kg/anno dei secondi).
Lucia Franco