Secondo i dati forniti dall’Authority nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone il costo medio del cibo per paziente nelle strutture ospedaliere italiane varia in maniera notevole a seconda delle regioni, con un minimo di 10 euro per le Marche, e un massimo di circa 14 euro per la Puglia. A parità, si intende, di cibo somministrato. Ma a cosa sono dovute tali differenze?
Stando alle elaborazioni compiute dall’Anac, il menu ospedaliero dovrebbe costare 11,74 euro. a tanto ammontano infatti i prezzi di riferimento cui il Servizio sanitario nazionale dovrebbe attenersi per la fornitura di diversi servizi in campo alimentare, andando pertanto a tracciare una linea di demarcazione sull’efficienza. Come a dire che, tutto ciò che è oltre questa soglia, genera sprechi.
Ebbene, partendo da questo spunto di analisi, quasi tutte le regioni superano purtroppo il prezzo di efficienza che è stato stabilito da Anac, considerato che in media per un menù completo si spendono 12,70 euro, per una spesa annua totale di 750 milioni di euro. Male la Puglia, con 13,96 euro di media, e la provincia di Trento, con 13,64 euro. A seguire Campania, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna.
Di contro, rientrano tra i più virtuosi le Marche, con 10,74 euro di media, l’Umbria, con 11,52 euro, la Calabria, la Valle d’Aosta e l’Abruzzo.