Di acqua e di coronavirus si è parlato in più occasioni, nelle ultime settimane, quando si è temuto che il virus potesse facilmente trasmettersi anche mediante la risorsa idrica.
In realtà, almeno ad oggi, il virus non è stato rilevato nel settore idrico potabile e, in ogni caso – ricordano le comunicazioni di Saca in Abruzzo - i sistemi idrici sono progettati e validati per l’efficacia del controllo del virus.
Quel che invece allarma, almeno in parte, la società di gestione della risorsa idrica nella regione è l’incremento notevole dei consumi, superiori anche del 30.40% rispetto ai valori stagionali attesi, e probabilmente riconducibile a un maggiore utilizzo dell’acqua per fini igienici e all’accresciuto tempo di permanenza dei cittadini all’interno delle case.
Ecco perché negli scorsi giorni la società ha inviato alle amministrazioni comunali del territorio un invito a emettere ordinanze che possano vietare l’uso improprio dell’acqua potabile, con utilizzi diversi da quello alimentare, igienico – sanitario e idropotabile, e scoraggiando quei comportamenti e quegli utilizzi impropri, ricordando che non si tratta di una risorsa inesauribile.
“I comportamenti di ognuno di noi incidono in maniera significativa sulla effettiva disponibilità della risorsa idrica durante i giorni più critici – spiega il presidente della Saca, Luigi Di Loreto, come riportato su Rete Abruzzo – A questi comportamenti si aggiungano anche piccoli accorgimenti per evitare sprechi domestici, anche minimi ma frequenti, nell’uso dei servizi igienici, dei sanitari, nell’uso di elettrodomestici. Tutte piccole attenzioni che, sia nel breve che nel lungo periodo, portano grandi risultati”