Nel 2015, con il famoso Accordo di Parigi, 195 Stati hanno deciso di comune accordo di ridurre l’aumento della temperatura media globale significativamente inferiori ai 2°C. Questo tipo di soluzione dovrebbe in qualche modo limitare quelli che sono i rischi del cambiamento climatico e ambientale. In cosa consiste dunque?
Gli studiosi dell’Istituto di Geografia dell’Università di Brema Ben Marzeion e Nicolas Champollion e gli studiosi dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e della Criosfera dell’Università di Innsbruck Georg Kaser e Fabien Maussion, hanno studiato il caso accuratamente. Hanno pertanto dedotto che lo scioglimento dei ghiacci ha un elevato potere su quello che è lo sviluppo dell’innalzamento del livello del mare. Vale a dire che se la temperatura media cresce di 2°C o anche solo di 1,5°C non fa nessuna differenza per lo sviluppo della perdita di massa dei ghiacciai nei prossimi 100 anni. Inoltre, suppergiù il 36 percento dei ghiacci si scioglierebbe comunque senza ulteriori emissioni di gas serra in quanto più di un terzo dei ghiacci presenti nei ghiacciai non può essere messo in salvo neppure con le misure più all’avanguardia. Detto ciò, pensando ai nostri giorni, se solo si riuscisse a ridurre la temperatura media globale da 2 a 1,5°C ci sarebbe una bella differenza.
Lo scioglimento dei ghiacciai avviene piano piano e dipende esclusivamente dai cambiamenti climatici. Se solo volessimo mantenere l’attuale volume di ghiaccio glaciale, dovremmo toccare semplicemente un livello di temperatura che risale all’epoca preindustriale. Questo però non è assolutamente possibile, in quanto negli anni addietro, l’effetto serra ha già portato a determinati cambiamenti che non possono più essere fermati. Ciò significa che la nostra condotta di oggi ha un effetto sull’evoluzione dei ghiacci a lungo termine.
Lucia Franco