Alle finale del Chivas Venture 2019, competizione internazionale, hanno preso parte ben tre delle quattro start-up italiane. Si tratta di idee uniche e tutte da scoprire. Si parla, infatti, di un’applicazione per risolvere lo sterminio di api (3Bee), un sistema innovativo che va a contrastare lo spreco di cibo (MyFood.it) e un tessuto che dà nuova vita agli scarti della produzione vinicola (Vegea).
La medesima competizione ha come scopo quello di premiare e sostenere nuove start-up e nuovi imprenditori visionari che vogliono fare impresa sostenibile, attraverso idei che hanno un impatto positivo e reale sulla vita delle persone e sul mondo.
I tre progetti insime a BionIT Labs (ovvero i braccio bionico) si contenderanno giorno 17 gennaio a Milano (Spazio Gessi) il titolo nazionale e il pass per la fase finale ad Amsterdam (9-10 maggio), con in palio 1 milione di dollari per The Next Web Conference, uno dei festival internazionali più importanti di tecnologia.
Le tre start-up più innovative By Italy
3Bee
È una start-up innovativa che trasforma l’alveare in una smart city dotata di sensori, che immagazzinano dati su temperatura, peso, spettro sonoro, attività e dinamiche all’interno dell’alveare stesso. Successivamente i dati vengono sottoposti ad analisi mediante algoritmi di intelligenza artificiale che consentono di individuare con largo anticipo il verificarsi di malattie che possono colpire le api. In questo modo l’algoritmo permette all’apicoltore di diminuire notevolmente i trattamenti chimici e di difendere così la salute delle api.
MyFoody.it
Essa è un’applicazione che va a contrastare lo spreco di cibo. Nel carrello della spesa viene, infatti, inserita la “Blu Economy” e consente anche di risparmiare con un click. Come funziona? Basta scaricare la app MyFoody.it per conoscere tutte le offerte e acquistare direttamente al supermercato all’interno di specifiche aree brandizzate MyFoody. Le scontistiche sono aggiornate in tempo reale e mappate con un sistema di geolocalizzazione integrato.
Vegea
È invece una start-up che ha dato origine ad un processo innovativo e sostenibile per trasformare gli scarti della produzione vinicola in un tessuto “vegano” a basso impatto e cruelty-free per il settore dell’abbigliamento, del mobilio e dell’automobile. Si tratta di una grande innovazione per l’Italia visto che essa produce circa 55,8 milioni di ettolitri di vino, ovvero 21% sul 2017.
Lucia Franco