Si chiama Ricibo e, come suggerisce il nome stesso dell’iniziativa, è una rete di associazioni, di imprese e di servizi sociali posta in integrazione per poter trasformare lo spreco alimentare in risorsa.
Presentata qualche giorno fa nel Salone di Rappresentaza di Palazzo Tursi dal sindaco Marco Doria e dall’assessore alle Politiche socio sanitarie Emanuela Fracassi, è stato lo stesso sindaco a ribadire quali sono le portate del progetto e i suoi obiettivi: “lottare contro lo spreco alimentare, recuperare cibo altrimenti perso, rispondere alle esigenze delle persone in difficoltà economica”.
Per raggiungere tali meritevoli target, il Comune di Genova, unitamente a volontari, associazioni e aziende, sta conducendo un aiuto a chi ne ha bisogno “sulla base di valori di fondo condivisi e nel rispetto della persona” – ricorda ancora il sindaco.
Per poter ottenere maggiori informazioni su tale progetto, è peraltro a disposizione una pagina sul sito internet del Comune di Genova (comune.genova.it/content/ricibo) dove poter disprorre di ogni dato utile per poter partecipare proattivamente al progetto, e con un vero e proprio approfondimento sui consigli per il risparmio domestico e sulle opportunità per le imprese derivanti dal “riciclo di cibo”.
Ricordiamo in tal proposito che nel nostro Paese lo spreco alimentare costa lo 0,5 per cento del Pil, equivalente a oltre 8 miliardi di euro, e che per una singola famiglia italiana ciò è traducibile in una perdita di 1.693 euro l’anno. Rammentiamo altresì che ogni anno in Italia finiscono tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di circa 37 miliardi di euro: l’equivalente del necessario per sfamare una popolazione di circa 44 milioni di persone…