Un sacchetto resistente, lavabile, di dimensioni compatte, dove è possibile ogni giorno mettere pane, frutta e merende che non vengono mangiate a scuola, affinché lo studente possa portarle a casa propria e contenere così gli sprechi alimentari.
È questo il progetto Io Non Spreco, una campagna di sensibilizzazione che è stata pensata per poter comunicare ai giovani delle scuole bolognesi che gettare il cibo nella spazzatura è un gesto sbagliato e non sostenibile, oltre che contrario a ogni principio di eticità.
Lanciata recentemente, l’iniziativa ha già riscosso un discreto successo, tanto che Ribò, la società che si occupa di servire gli oltre 20 mila pasti nelle scuole del capoluogo emiliano, ha già avuto modo di fare il punto sui buoni risultati ottenuti.
Io Non Spreco, oltre a Ribò, coinvolge ovviamente anche il Comune di Bologna, che mediante la società che gestisce il servizio di ristorazione delle scuole della città, gestisce i pasti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Altro operatore coinvolto è l’Ausl locale. E’ inoltre stata ritenuta fondamentale la collaborazione con Last Minute Market, l’impresa sociale nata in seno all’Università di Bologna, che da anni affianca le aziende della gdo nel recupero delle eccedenze alimentari, e nella ridistribuzione nei confronti di chi ha più bisogno.