Il 1 gennaio 2018 prenderà il via nel nostro Paese il Reddito di inclusione, un intervento nazionale contro la povertà che - ricorda il Centro studi di Confindustria in una recente analisi del fenomeno - potrebbe supportare una parte delle famiglie italiane in un contesto di crisi economica mai così grave, tale da aver abbassato dell'11,6% il reddito medio per abitante tra il 2007 e il 2014.
Sempre secondo il Centro studi, l'arretramento generale del reddito medioha ridotto in poverà un numero davvero rilevante di famiglie, con un passaggio del 165,1% dal 2007 ad oggi, per un totale di 4,74 milioni di unità. Un numero che non solamente fornisce una perfetta sintesi della gravità del tutto, bensì è accompagnata da un'impressione qualitativa: l'evidenza che il fenomeno si è esteso in modo senza precedenti agli occupati e ai giovani, considerato che sono più di 2 milioni le persone povere che hanno fino a 34 anni di età.
Dunque, conclude il Centro studi, ben venga anche il reddito di inclusione, a patto che - sottolinea il report - una misura di contrasto alla povertà assoluta come quella sopra anticipata, finanziata esclusivamente con la fiscalità generale, sia accompagnata da un monitoraggio attento, finalizzato a evitare sprechi di risorse e inefficienze legate a possibili comportamenti opportunistici.