Dalla Sicilia, terra degli agrumi per eccellenza, arriva una nuova tecnologia per ricavare tessuti dagli scarti industriali delle arance. Infatti, le stesse bucce di arancia si trasformano in materiale tessile. In un tessuto innovativo e sostenibile, simile all’acetato di cellulosa, con effetti benefici sulla pelle: grazie all’utilizzo delle nanotecnologie sono state inserite nelle fibre delle microcapsule con oli essenziali di agrumi e vitamina A e C. La pelle viene, infatti, nutrita e idratata. Una caratteristica garantita per una ventina di lavaggi anche se è in fase di studio una modalità per la ricarica con ammorbidenti specifici.
“Orange Fiber” è l’idea di Adriana Santanocito, esperta in nuovi materiali e tecnologie per la moda, ed Enrica Arena, laurea in Cooperazione internazionale: due giovanissime catanesi che hanno sviluppato il progetto del tessuto d’arancia in collaborazione con il Politecnico lombardo (dipartimento di Chimica dei materiali), presso il quale hanno anche depositato il brevetto.
Un’idea folle, ma a dir poco geniale. Il risultato è talmente unico e straordinario che, da qualche tempo, è nata anche una collaborazione con il famoso stilista Salvatore Ferragamo che ha voluto sfruttare le potenzialità espressive del tessuto ricavato dagli agrumi creando la “Ferragamo Orange Fiber Collection”.
Maggiore sostenibilità e vestiti con bucce di arancia
La tecnologia negli anni ha fatto enormi progressi all’insegna del “non sprecare”. Il principale vantaggio del nuovo materiale, senza ombra di dubbio, sta soprattutto nel ridotto impatto ambientale. Negli ultimi anni l'industria del vestiario è diventata sempre più una questione di “usa-e-getta”, con un impatto ambientale aggravato dalla sempre maggiore diffusione di tessuti “misti” come ad esempio cotone con poliestere, più difficili da separare e riciclare.
Lucia Franco