Porre una scadenza più estesa al latte fresco per evitare gli sprechi. È quanto suggerisce il presidente di Granarolo, la cooperativa tra i leader del latte fresco, con un fatturato 2018 di 1,3 miliardi di euro, Gianpiero Calzolari, che rammenta come la durata del latte fresco in Italia sia oggi regolata dalla l. 169/1989, che prevede 6 giorni, oltre a quello di confezionamento.
Calzolari ricorda però che si tratta di regole che non tengono conto degli enormi progressi tecnologici che sono compiuti negli ultimi 30 anni e che hanno interessato le stalle, la fase della trasformazione e quella della distribuzione.
Calzolari invita a rammentare che le stalle hanno migliorato la qualità del latte, che i controlli sono sistematici, che lungo la filiera sono stati compiuti passi in avanti importanti nella gestione della catena del freddo. Insomma, oggi è facile garantire le caratteristiche organolettiche del latte fresco per oltre 6 giorni 1, come previsto dalla legge.
Il risultato è che attualmente vengono ritirati dagli scaffali dei prodotti che sono invece perfettamente in condizione di essere consumati, con un enorme spreco dinanzi al quale bisogna mettere fine – suggerisce il presidente di Granarolo, aprendo dunque a possibili cambiamenti disciplinari su questa materia.