I cibi che mangiamo e quelli che sprechiamo, senza rendercene conto, hanno da tempo un elevato impatto ambientale. Si calcola che nel 2050 la popolazione continuerà a crescere fino a 10 milioni di abitanti e le richieste di cibo saliranno a loro volta del 56%. Ma produrre ancora di più, aumentando l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente non è la strada giusta, afferma Paolo Barilla, Vice Presedente della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn). Occorrenza, infatti, puntare su una dieta più sostenibile, secondo il modello della c.d. Doppia Piramide Alimentare e Ambientale, con la dieta mediterranea. Quest’ultima è un ottima alleata sia dell’uomo che dell’ambiente, in quanto riduce notevolmente lo spreco alimentare e tutela la salute del Pianeta.
Secondo Paolo Barilla, aumentare la produzione di cibo in futuro non farebbe che rendere ancora più faticoso mantenere il riscaldamento globale entro i 2°C, obiettivo prestabilito durante la COP21, oltre che aumenterebbe lo spreco della produzione mondiale di alimenti che oggi equivale a quattro volte la quantità necessaria a dare da mangiare a 795 milioni di persone malnutrite nel mondo.
Per preservare il Pianeta è necessario rivedere, pertanto, il modo di fare agricoltura. Vale a dire un’agricoltura più sostenibile e una dieta, come quella mediterranea, che abbia un minore impatto ambientale.
L’obiettivo della Fondazione Bcfn è, dunque, rendere più sostenibile il Pianete, cambiando strategie e approccio al cibo, scegliendo soprattutto cibi di origine vegetale e usando prodotti freschi fino a scegli ingredienti provenienti da animali allevati a terra e liberi di muoversi.