In Svizzera arriva il test (sperimentale) per la vendita dei farmaci sfusi. Un caso unico che può ridurre non solo gli sprechi ma anche evitare automedicazioni irresponsabili con medicine rimaste nella confezione. Un esempio classico riguarda appunto il caso degli antibiotici. Infatti, spesso succede che per un ciclo di terapia, la cui durata è solitamente di 7 giorni, è necessario acquistare due scatole (ciascuna contenente 5 compresse) di cui tre capsule vanno automaticamente sprecate oppure vengono assunte senza nessuna prescrizione medica.
È quanto ha deciso il Consiglio Nazionale della Confederazione elvetica che ora è in attesa dell’approvazione da parte delle autorità locali.
I vantaggi
Si tratta di un risparmio notevole, se solo pensiamo che ogni anno si buttano circa 6mila tonnellate di farmaci e il 30% dei medicinali acquistati arriva a scadenza senza essere consumato. Oltre a ridurre gli sprechi e abusi vari che possono mettere in pericolo la salute del paziente, porterebbe un enorme risparmio anche nel campo delle assicurazioni malattie, le quali potrebbero così contenere l’aumento dei premi. Inoltre, con la vendita sfusa si andrebbe a ridurre il numero di compresse dispensate di circa il 10%.
Lucia Franco