Secondo quanto affermano gli ultimi dati forniti dalle amministrazioni locali, in Italia ci sarebbero ben 868 cantieri aperti per opere pubbliche, il cui completamento non ha nè costi nè tempi certi. Ebbene, sempre secondo i dati ufficiali, delle 868 opere incompiute, ben 215 si concentrerebbero in Sicilia. In altri termini, dei cantieri aperti con esito incerto, quasi 1 su 4 si troverebbe nella regione meridionale
L'elenco delle opere incompiute dal Ministero delle Infrastrutture riserva dunque alla Sicilia un triste primato. Pur contando un censimento fermo al 2014, il panorama di strade, di ferrovie, di impianti sportivi, di teatri e di monumenti fermi è estremamente ampio e diversificato, lasciando ai contribuendi un saldo di sprechi per 500 milioni di euro (e ne servirebbero almeno altrettanti per poter terminare i lavori).
Qualche esempio? A Palermo si attende da tempo immemore la conclusione del passante ferroviario, mentre a Catania non sembrano poter vedere fine i lavori di revisione delle proprietà immobiliari dello IACP.
Ma, in fin dei conti, lo spreco più evidente è un altro, addirittura escluso dai conteggi ministeriali: il ponte sullo Stretto di Messina. I conti di questa iniziativa si aggirerebbero intorno a un miliardo di euro, e ogni anno lo Stretto di Messina Spa costerebbe agli italiani tra i 4 e i 6 milioni di euro annui per il solo mantenimento dell'apparato amministrativo.