Per il 2025 è previsto un fabbisogno del sistema sanitario nazionale pari a 200 miliardi di euro. Un’enormità per le possibilità finanziarie della nazione e, dunque, al fine di evitare che il precario equilibrio del SSN vada in tilt, sorge l’immediata necessità di poter garantire la sua sopravvivenza agendo su tre leve fondamentali: la ripresa dei finanziamenti pubblici, il piano nazionale di disinvestimento degli sprechi, l’incremento della quota intermediata della spesa privata.
A formalizzare questa ricetta è stata, negli scorsi giorni, la Fondazione Gimbe, che promuove un Osservatorio sulla sostenibilità del SSN. Un dossier dal quale emergono numerose valutazioni, e qualche buon auspicio. “L'obiettivo - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - è vigilare sulle dinamiche e l'entità del finanziamento per la sanità pubblica e valutare parallelamente l'azione legislativa: identificando carenze normative (priorità assoluta il riordino della sanità integrativa), individuando nei disegni di legge in corso di discussione criticità e possibili contraddizioni con altre normative e, soprattutto, monitorando lo status di applicazione di quelle vigenti”.
A proposito di sprechi, secondo l’osservatorio più di 12 miliardi di euro vengono sprecati a causa del sovrautilizzo o del sottoutilizzo dei servizi e delle prestazioni sanitarie, e dello scarso coordinamento dell’assistenza. Altro ambito di indagine dell’osservatorio sarà poi quello dei conflitti di interesse.
Una missione ambiziosa, dunque, che non scoraggia tuttavia la Fondazione. “Siamo convinti - conclude Cartabellotta - che le attività di un'organizzazione indipendente finalizzate a informare il Paese sulla salute, l'assistenza sanitaria e la ricerca biomedica possono determinare grandi benefici sociali ed economici. Lo sviluppo economico del nostro Paese, oggi problema cruciale, dipende anche dalla salute e dal benessere delle persone”…