La Corte dei Conti ha invitato la Rai ha attivare "ogni misura organizzativa, di processo e gestionale, idonea ad eliminare residue inefficienze e sprechi, proseguendo, laddove possibile e conveniente, nel percorso di internalizzazione delle attività e concentrando gli impegni finanziari sulle priorità effettivamente strategiche", con scelte di spese che siano strettamente coerenti con il quadro di riferimento.
In riferimento all'esercizio 2015 (sul quale la Corte è stata chiamata a esprimersi), il documento sul controllo sulla gestione finanziaria sancisce come la gestione del gruppo Rai abbia comunque mostrato un miglioramento rispetto al precedente esercizio.
In particolare, il bilancio si è chiuso con un perdita di 45,9 milioni di euro, in miglioramento rispetto alla perdita di 203,4 milioni di euro dell'anno precedente. Il capitale proprio è pari a 811,7 milioni di euro, in calo rispetto agli 828,4 milioni di euro dell'anno precedente. Il debito finanziario verso banche è pari a 51 milioni di euro, contro i 356 milioni di euro dell'esercizio precedente: tuttavia, occorre sottolineare come il miglioramento sia solamente apparente, poichè determinato dall'emissione obbligazionaria di 350 milioni di euro nel maggio 2015, per un'operazione che ha consentito il rimborso anticipato di un finanziamento di 295 milioni di euro.
I ricavi sono in calo dello 0,6% a 2.335,3 milioni di euro. Le entrate da canone sono cresciute del 3% a 1.637,5 milioni di euro, mentre i proventi pubblicitari sono pari a 585,5 milioni di euro, in calo dell'1,8% su base annua.