Secondo quanto afferma la Cgia di Mestre, l’evasione fiscale nel nostro Paese ammonterebbe a circa 110 miliardi di euro ogni anno. Si tratta di un importo straordinario, il cui contenimento consentirebbe probabilmente di ridurre la pressione fiscale e alimentare quella che potrebbe essere una finanziaria extra, tutti gli anni.
Tuttavia, la Cgia sottolinea come tale valore sia ben inferiore a un altro “scandalo”: l’equivalente monetario degli sprechi e delle inefficienze della pubblica amministrazione, che ammonterebbero a più di 200 miliardi di euro l’anno, arrivando così a pesare quasi il doppio dell’evasione.
Naturalmente – come precisa la stessa associazione degli artigiani – questo confronto non può avere alcun valore scientifico, e gli effetti economici degli sprechi e delle inefficienze della pubblica amministrazione finiscono con l’impattare in modo diverso sulle imprese. Tuttavia, è evidente che i danni prodotti da una pubblica amministrazione poco efficiente siano ben superiori ai danni prodotti dall’evasione fiscale nel nostro Paese.
Ma allora perché mettere a confronto queste due realtà che, pur nocive, sono molto diverse tra di loro. Per la Cgia, il confronto non era per niente scontato, così come le valutazioni effettuabili, nella consapevolezza che buona parte dell’opinione pubblica sembra essere molto più sensibile nei confronti dell'evasione, piuttosto che sugli sprechi della PA.