Sprechi per la straordinaria cifra di 125 miliardi di euro sarebbero stati nascosti alla cittadinanza, con un’operazione di insabbiatura di immani proporzioni e – se confermata – dalle conseguenze ancora da comprendere.
Artefice di ciò, secondo quanto rivela un reportage esclusivo del Washington Post, a firma di Craig Whitlock e Bob Woodward, sarebbe stato il Pentagono, che avrebbe volontariamente nascosto un rapporto interno dal quale emergevano le prove di uno spreco amministrativo di 125 miliardi di dollari, con la paura che il Congresso statunitense potesse usare tali sprechi come ragione per poter ridurre il budget della Difesa.
Secondo la ricostruzione effettuata, i leader del Pentagono avrebbero chiesto il report per poter cercare di migliorare e rendere maggiormente efficiente la macchina burocratica del dipartimento, in maniera tale da poter spendere i soldi risparmiati sui campi di battaglia. Tuttavia, il documento avrebbe evidenziato inefficienze e sprechi al di là delle previsioni, tanto da spingere i suoi committenti a nascondere le conclusioni.
Presentato nel gennaio 2015, il report aveva altresì fornito un percorso alla Difesa per poter risparmiare 125 miliardi in cinque anni, senza ridurre né il personale civile, né quello militare ma, di contro, agendo sulla burocrazia con prepensionamenti, tagli ai contractor troppo costosi, utilizzo più efficiente delle tecnologie informatiche, e così via.
Per timore delle possibili conseguenze negative sul budget, però, il Pentagono avrebbe imposto una serie di rigide restrizioni sui dati utilizzati per il rapporto, al fine di impedire la riproduzione dei risultati.