L’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo, istituita nel 2015 con la Riforma della Sanità, ha recentemente scattato una serie di fotografie poco confortanti sullo stato degli sprechi ospedalieri.
Il quadro è ben vario. Si va al pernottamento e alla degenza in ospedale anche se inutile, considerato che gli stessi esami potrebbero essere eseguiti ambulatorialmente, o al massimo in day hospital, per arrivare ad aspetti ancora più incisivi sulla fruizione dei servizi delle strutture.
Per quanto concerne ad esempio i ricoveri che potrebbero essere potenzialmente inappropriati, ovvero quelli che potrebbero non essere fatti, a Milano si raggiunge il 74% per reumatologia, il 59% per le malattie della tiroide, il 32% per la neurologia, il 31% per la gastroenterologia, il 27% per la pneumologia, il 25% per la nefrologia, il 18% per la cardiologia, il 15% per la geriatria, il 10% per la medicina generale, il 9% per la dermatologia.
Il tutto, naturalmente, si traduce in sprechi non certo risibili. L’ospedalizzazione viene infatti spesso preferita all’esame svolto in via ambulatoriale poiché è più remunerativa. Peraltro, a dimostrazione della prassi diffusa, l’Agenzia di controllo sottolinea anche l’ampio ricorso fatto dagli ospedali privati ai ricoveri programmati: risulta infatti erogato da strutture private il 44% del totale. I ricoveri eseguiti dai privati pesano il 28%, mentre il dato si incrementa esponenzialmente proprio nell’ambito in cui il rischio di inutilità è alto.