I Comuni italiani? Sono mediamente molto spendaccioni – ricorda l’ufficio studi della Confartigianato – secondo cui in testa ai Comuni che esagerano con le spese, rispetto a quanto previsto, vi sarebbe sicuramente Caserta: il Comune campano spende infatti il 40,9 per cento in più di quanto dovrebbe, precedendo in questa ben poco onorevole classifica il Comune di Reggio Calabria, che spende il 40,5 per cento in più, e il Comune di Rieti, che invece spende il 39,5 per cento in più.
Tuttavia, a fare maggiore impressione in tale carrellata di numeri non solo solamente i dati relativi, quanto anche quelli assoluti. Su tale contesto, a prevalere è certamente il Comune di Roma, per il quale il divario tra quanto dovrebbe spendere e quanto sta realmente spendendo ammonta a quasi 585 milioni di euro. Dati relativi al 2013, si intenda, ma non è chiaro se da allora sia cambiato ben poco – come sostengono i più – o meno.
Mediamente, i Comuni italiani che possono essere considerati come inefficienti sono il 20 per cento del totale, ma in grado comunque di assorbire il 30 per cento della spesa comunale complessiva. Enti locali che propongono meno servizi della media, e di scadenza qualità, ma costano più del fabbisogno standard, ovvero del volume di spesa considerato ottimale per ogni Comune sulla base di alcuni parametri oggettivi: dalle dimensioni (territorio e popolazione) al livello dei servizi pubblici (scuole, trasporti, smaltimento dei rifiuti, cultura…).