L’elenco degli sprechi Atac certificati dalla Corte dei conti sembra non avere fine. E, come sottolinea il quotidiano Il Corriere della Sera, che si è occupato del tema, ha mille risvolti: dalla presenza di una cubista assunta come amministrativa ai pezzi di ricambio del valore di 5 euro pagati 100 euro, l’elenco è davvero eterogeneo. Con il risultato, finale, di condurre Atac in una condizione debitoria pari a 1,3 miliardi di euro, nonostante le corpose iniezioni di liquidità effettuate dall’azionista Comune di Roma per oltre 400 milioni di euro.
L’ultimo spreco certificato dalla Corte dei conti è del mese di ottobre, e ha portato l’ex amministratore delegato Danilo Broggi a risarcire 360 mila euro di danno erariale per compensi extra non dovuti concessi all’ex presidente del collegio sindacale Renato Castaldo. Una somma non certo irrilevante, che tuttavia appare essere poca cosa rispetto alla presente voragine nei bilanci di Atac.
Il caso più clamoroso – sottolinea ancora il quotidiano – è quello di Parentopoli: decine e decine di assunzioni a chiamata diretta, la maggior parte ai tempi della giunta Alemanno, con conseguente danno erariale stimato dalla Corte in diversi milioni di euro. Atac, in altri termini, veniva utilizzato come strumento per poter piazzare amici e parenti di politici, andando così a gonfiare l’organico di impiegati mentre, in verità , a servire erano autisti e operai. Il risultato sono stati uffici pieni di personale, autobus e officine in affanno…