La Corte dei Conti, con una comunicazione a firma di Massimo Perin, viceprocuratore regionale, ha domandato all’assessore alla mobilità del Comune di Roma, Pietro Calabrese, di riferire in merito al contratto di servizio che lega l’Atacl all’amministrazione comunale.
Per il Corriere della Sera, che si è lungamente occupato dell’argomento, l’obiettivo sarebbe quello di comprendere se l’inefficienza dei trasporti capitolini finisca per alimentare sprechi, e se la municipalizzata dei trasporti stia o meno rispettando il contratto di servizio con il Comune, con un costo di 700 milioni di euro annui. Il pubblico ministero contabile già in passato ha peraltro avuto modo di indagare sul trasporto pubblico romano, avviando una maxi inchiesta nel 2015.
Il Campidoglio ha intanto richiesto un supplemento di tempo per poter effettuare una propria ricognizione e, nel frattempo, ha già provveduto a trasmettere alla Corte dei Conti la notizia di alcune nuove voci di spesa in capo ai dirigenti dell’Atac, come aumenti di stipendio decisi all’interno della municipalizzata, con sforamento del tetto massimo dei compensi.
A questo punto, conclude l’approfondimento del quotidiano, rimane da capire quali saranno le strade che prenderà l’inchiesta. L’obiettivo del magistrato contabile sembra però essere chiaro: interrogare il Comune sulle carenze dell’Atac e, dunque puntare direttamente agli sprechi presenti in azienda, per una società che ha appena superato il concordato con i creditori, ed è ancora sotto osservazione visto e considerato che la via del risanamento non sembra essere semplice da percorrere.