Secondo quanto afferma un recente report curato da Legambiente, a Roma ogni abitante consuma 165,2 litri al giorno, e produce 593,7 chili di rifiuti indifferenziati ogni anno. Numeri evidentemente troppo grandi per poter essere trascurati, soprattutto in un contesto di forte difficoltà nella gestione della risorsa idrica.
Anche per questo motivo da lunedì Acea procederà alla chiusura graduale dei c.d. “nasoni”, con un ritmo di circa 30 al giorno per il mese di luglio, verificando poi quale sarà l’effetto dell’operazione sulla pressione idrica del sistema romano. Una decisione che, Acea afferma in un comunicato inviato alla sindaca Raggi, “stante l'eccezionale situazione di siccità e considerata altresì la necessità di contenere il più possibile il prelievo dal lago di Bracciano”.
Per quanto concerne gli sprechi, se si ragiona solamente in termini di usi domestici, Roma è al 77mo posto nella graduatoria delle 104 città analizzate nel rapporto, mentre per quanto attiene la produzione di rifiuti indifferenziati, scende all’82mo posto. Un peccato, considerato che Ama afferma che nell’indifferenziato romano c’è in realtà un 74% di materiale differenziabile, di cui il 15,9% organico, il 28,1% di carta e cartone, il 19% di plastiche. Insomma, i romani (pare) non facciano bene la raccolta differenziata