L’Italia si vanta da sempre di avere la scuola più inclusiva d’Europa, ma negli ultimi venti anni ha escluso 3 milioni e mezzo di studenti italiani su undici. Un triste record, che mette l’Italia nella lista nera in Europa e nel mondo intero.
“Tuttoscuola”, in un approfondito studio intitolato “La scuola colabrodo”, ha calcolato che dei 590.000 adolescenti che in questi giorni cominciano le scuole superiori almeno 130.000 non arriveranno mai al diploma e quindi a completare il corso di studi. Vivono nel Sud, ma anche nelle aree più industrializzate del Nord.
Dispersione al 30,6%
Negli ultimi 19 cicli scolastici delle superiori, 3 milioni e mezzo di ragazzi italiani iscritti alle scuole superiori statali non hanno completato la scuola. Rappresentano, infatti, il 30,6% degli oltre 11 milioni di studenti (11.430.218) che si erano iscritti in questo arco di tempo alle scuole superiori statali. Un dato alquanto allarmante.
“Tuttoscuola” ha calcolato, inoltre, che il costo del fallimento formativo delle nostre istituzioni scolastiche è da brividi: dal 1995 a oggi la dispersione scolastica ci è costata oltre 55 miliardi. Oltre che ha calcolato che su 100 iscritti alle superiori solo 18 si laureano. Un vero e proprio disastro!
Eppure l’istruzione conviene in quanto comporta meno delinquenza e meno disoccupazione, ma anche meno costi per prevenire la dispersione scolastica piuttosto che la necessità di gestirne le conseguenze sociali a causa della mancata istruzione.
Uno sguardo nel mondo
In Giappone, in Norvegia e in Corea hanno un tasso di dispersione a 18 anni pari allo zero. Thailandia, Russia, Taipei, Kazakistan viaggiano sotto il 5%. Canada, Australia, Israele, Giordania e Singapore sotto il 10%.
Lucia Franco