Scotland Yard è finita nella bufera. L’efficiente Metropolitan Police di Londra, infatti, è stata accusata dall’Independent Office for Police Conduct (Iopc), autorità incaricata di valutare l’operato delle Forze dell’ordine, di corruzione, di discriminazioni etniche ai danni di agenti di colore e di aver prodotto delle false prove a carico di immigrati arrestati.
Accuse evidentemente durissime, che vengono poi presentate in maggior dettaglio soprattutto nei confronti di quattro soggetti – ora indagati –che avrebbero accettato alcune tangenti per intralciare le indagini a carico di alcuni personaggi influenti. Le donazioni sarebbero state effettuate in violazione della normativa sulla trasparenza, per poter ostacolare procedimenti nei confronti di diversi parlamentari e esponenti della City.
Come se non bastasse, oltre a percepire tangenti, gli alti ufficiali di Scotland Yard avrebbero posto in essere condotte discriminatorie motivate da pregiudizi razziali, con procedimenti disciplinari ingiustificati ai danni di poliziotti di colore, di origine africana e caraibica.
Il terzo illecito attribuito consiste invece nella fabbricazione di prove false ai danni di immigrati arrestati: i dirigenti avrebbero dunque privato della libertà quindici stranieri accusandoli ingiustamente di legami con gruppi terroristici, in relazione agli eventi successivi all’attentato del London Bridge del giugno 2017. Una falsificazione realizzata solo per poter trasmettere all’opinione pubblica un’immagine di polizia efficiente nella lotta al terrorismo.