Acquistare prodotti a km0 in filiere corte riduce del 60% lo spreco di cibo rispetto ai normali sistemi alimentari. A confermarlo è proprio la Coldiretti durante la giornata nazionale contro lo spreco alimentare del 5 febbraio in occasione della presentazione dei nuovi dati sullo spreco di cibo in Italia da parte del Ministero dell’Ambiente dai quali emerge che ogni nucleo familiare butta 84,9 chili di alimenti all’anno per uno spreco, a livello nazionale, di 2,2 milioni di tonnellate e una spesa totale di 8,5 miliardi di euro (pari allo 0,6% del Pil).
Spesa a km0
Nel nostro Paese sta prendendo sempre più piede la spesa dal contadino, almeno una volta al mese. Ciò fa sì che lo spreco di cibo scende dal 40-60% per i sistemi alimentari di grande distribuzione alimentare ad appena il 15-25% per gli acquisti diretti dal produttore agricolo. Chi acquista, dunque, direttamente dal produttore spreca di meno con il vantaggio di mangiare cibi più freschi e duraturi. Inoltre, questo tipo di spesa riduce notevolmente le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio.
Esempi reali
La Coldiretti ha calcolato ad esempio che un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle nostre tavole deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo pari di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica. Nel momento che un individuo invece decide di acquistare direttamente da un contadino taglia non solo una serie di sprechi e riduce addirittura le emissioni di CO2.
L’ambiente prima di tutto
Comprare prodotti a km0 vuol dire prestare una maggiore attenzione verso il territorio, ma anche verso l’economia locale.